Elicotteri e pornografia

Mi ero fermato a dormire in tenda su un colle a 2800 metri, la salita il giorno prima era stata lunga ed impegnativa, ma per tutto il tempo ero circondato da un paesaggio stupendo. La notte era stata serena, e gioivo del senso di isolamento e solitudine che permeava quel luogo remoto. Ma alle 7:30 del mattino, mentre scioglievo la neve per il caffé, ecco un boato dal fondovalle. Un elicottero arriva dal nulla, passando a poche decine di metri dal colle. E’ assordante, e lo spostamento d’aria mi spegne il fornelletto. Lo riaccendo, pochi minuti dopo ripassa, spegnendolo ancora. Dopo mezz’ora, di nuovo a rasoterra. E’ un elicottero turistico, che propone giri panoramici intorno al Monte Bianco per qualche centinaio di Euro a testa.

Un’altra volta, durante il corso guide, una collega inciampa e si frattura un piede. Siamo lontani da tutto, riportarla a casa in spalla sarebbe stato faticoso e pericoloso. Chiamiamo il 112, e dopo poche decine di minuti arriva l’elicottero del Soccorso Alpino, gli eroici tecnici dell’elisoccorso prelevano la sfortunata e in un attimo la portano in ospedale. Fossero dovuti salire a piedi in barella ci avrebbero messo delle ore, in cui sarebbe potuto cambiare il meteo, avremmo potuto finire l’acqua etc etc

Il mezzo protagonista è lo stesso, cambia la situazione, e così entra in gioco la nostra capacità di discernere.

Sia d’estate sia d’inverno le proposte turistiche legate all’eli-turismo sono sempre più numerose ed economiche: l’eliski, voli fotografici, voli con pic-nic gourmet…la fantasia della società dei consumi qui dà il meglio di sé.

D’altronde l’elicottero è goloso per il turista: permette di raggiungere posti unici, con punti di vista unici, senza fare la minima fatica. Il tutto condito da un pizzico di esotica adrenalina, quel brivido senza il quale sembra che oggi non ci si possa divertire.

Frequentando la montagna, sono sicuro che in futuro prima o poi a tutti capiterà l’occasione di utilizzare questo mezzo a fine turistico: i costi si stanno abbassando e questa viene proposta come democrazia, perché “tutti devono poter andare ovunque”, fioccano buoni regalo di laurea, di compleanno e proposte di addio al celibato/nubilato.

Personalmente non potrei essere più contrario a questo approccio, molto più simile alla pornografia che alla democrazia. Ognuno di noi ha i suoi limiti, ed è proprio nell’esplorarli che possiamo conoscerci più a fondo. L’eccessiva facilitazione degli accessi semplicemente sottrae spessore all’esperienza. Nell’eli-turismo trova la sua massima espressione, ma banalmente anche una via ferrata è allo stesso modo vuota pornografia, così come il dilagare di nuovi impianti sciistici e sentieri spianati per le eMtb, tutti interventi giustificati da democrazia e sicurezza, due parole ormai svuotate di significato.

L’invito che vi faccio è incoraggiare un approccio di radicale semplificazione al turismo montano: sarà forse meno condivisibile sui social (finché consideriamo bello ciò che è semplicemente pornografico), ma è quello che più ci arricchisce interiormente. Rimuovere mezzi, riconnettendoci in prima persona al gesto dell’esplorazione, è uno straordinario modo di sentire il nostro pieno potere, scoprendo che non è debole come ci viene fatto credere.

E ci tengo a specificare che non è necessario fare chissà quale impresa per tornare ad esplorare, quello che conta sono l’intento e la presenza, che siano su un ghiacciaio a 3000 metri o nello scoprire gli alberi di un parco cittadino.

Rifiutare l’approccio pornografico del “tutto e subito” apre le porte al profondo erotismo della scoperta dei luoghi: vi invito a sperimentarlo di persona, premiando anche le realtà turistiche che vi permettono di scoprire per davvero un territorio.

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