The Hidden Wilderness Ring ’24

The Hidden Wilderness Ring: è stato molto emozionante tornare su questo magico anello per la quinta volta, accompagnando un piccolo gruppo di persone in un trekking che assomiglia ad una spedizione, ma qui nelle Alpi.

La Valle di La Thuile, il territorio dell’anello, il luogo che ho deciso di abitare nel semestre estivo, è uno dei miei posti preferiti al mondo. Qui, proprio nell’antropizzata Valle d’Aosta, esistono alcuni tra gli angoli più archetipici delle Alpi. Si può camminare per ore senza incontrare nessuno, gli spazi sono ampissimi, sviluppandosi in grandi altipiani che avvolgono montagne dalle forme meravigliose, col Monte Bianco, maestro di questa terra, che invita a scoprire con passo lieve ogni nuovo scorcio.

Ogni volta è diversa dalla precedente: cambio io, cambiano i paesaggi.
Negli anni la mia sensibilità e conoscenze si sono affinate: leggere la geologia di questa terra è straordinario, la flora d’alta quota racchiude forme e colori unici, gli incontri con gipeti, grifoni e stambecchi mettono in contatto con una vita pulsante in mezzo ad un nulla che è solo apparente.
Quest’anno è stata una gioia trovare a fine Agosto una quantità di neve almeno un mese indietro, coi ghiacciai ancora per la maggior parte coperti nonostante le brevi ma intense ondate di caldo delle settimane precedenti e le fioriture pioniere che avanzano piene di speranza sulla terra lasciata libera dal ghiaccio gli anni scorsi. L’alta montagna è capace di creare un’unione tra gli opposti, senza voler cercare nessun compromesso. La nostra razionalità non può che arrendersi al senso di meraviglia accompagnato da un’impotenza che invita ad affidarsi.

In tutto questo stride la costruzione del nuovo mega-impianto di risalita, approvata dal comune di La Thuile, nonostante professi di essere “the wild side of Mont Blanc”. In un paio d’anni, 3000 sciatori all’ora potranno finalmente raggiungere la vetta di Chaz Dura senza essere esposti a fastidiosi eventi atmosferici come vento e neve. Un investimento di 33 milioni di Euro che potrebbero essere impiegati in progetti molto più attinenti col territorio e un potenziamento delle strutture (scuola e sanità) per chi qui ci abita, prevenendo lo spopolamento delle terre alte al di là degli slogan che promettono posti di lavoro stagionali e sostenibilità ambientale. In tutto questo le istituzioni segnalano l’intervento come un potenziamento a supporto della Coppa del Mondo di sci, quando la fine lavori prevista è per il 2026 e la Coppa del Mondo a La Thuile si disputerà nel 2025…Una follia, rigurgito della società neoliberale che punta ad estrarre ricchezza da un ambiente che non ha voce.

A far da contrasto a queste inutili infrastrutture, il nostro piccolo ed affiatato gruppo: 4 persone che percorrono il Ring a cuore aperto, colmandone lentamente i quasi 100 kilometri tra passaggi esposti, creste panoramiche e notti in tenda in luoghi straordinari. Il nostro lusso è rappresentato dal bombardino nel caffé la mattina e il tagliere di salame e formaggi la sera. Quando si è attenti ai paesaggi che si attraversano, decade la necessità di grandi infrastrutture che nutrono attività adrenaliniche e si scopre che basta poco per essere felici.

E’ stupendo vedere la trasformazione che avviene in ognuno di noi durante un’esperienza così totale: salite sfiancanti si alternano a momenti di contemplazione, sblocchi emotivi, pianti, risate…nessuno rimane uguale a sé stesso, scoprendo quel sé più autentico che nella quotidianità siamo abituati a reprimere. La testimonianza di Paolo, camminatore ed alpinista di grande esperienza, mi apre il cuore: “è il percorso più bello della mia vita, dei tanti cammini che ho percorso non me ne viene in mente nessuno che racchiude insieme tanta bellezza, varietà ed impegno”.

Percorrere l’Hidden con la scrittura del mio libro quasi completata ha dato un senso di armonia ed unione all’esperienza: l’anno prossimo verrà pubblicata una parte di me che ho deciso di affidare alla carta. Vi troverete tante emozioni e pensieri emersi in esperienze come questa.

Grazie Gabriella, Paolo e Samuele che vi siete affidati a me, aiutandomi anche a ripulire il percorso dai tantissimi segni antropici. Grazie a Paola per averci aperto le porte del Giardino Botanico Chanousia, il nostro Gran Burrone a metà del viaggio. Grazie a Chiara per il supporto logistico e le benedizioni. Grazie Monte Bianco che ci hai dischiuso i tuoi segreti. Grazie grazie grazie.

La foto sotto e la penultima sono di Paolo.
L’ultima è di Chiara, scattata proprio da Fogliolina, la nostra baita!

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