Nel 2019 ho ideato questo percorso che offre un senso di isolamento e paesaggi unici nelle Alpi. Nel 2020 è stato l’oggetto della mia tesi di Guida Escursionistica Ambientale. Ho accompagnato i primi clienti nel 2021 e nel 2022 il primo gruppo al completo. Per tutelare l’ambiente selvaggio ed anni di lavoro di divulgazione ho deciso di registrarlo a livello Europeo per evitarne lo sfruttamento commerciale del turismo di massa. Tuttavia credo fermamente che tutti noi dobbiamo poter godere della montagna, ognuno secondo le sue possibilità e capacità, per questo qui sotto puoi trovare un’introduzione e la descrizione del percorso se vorrai percorrerlo in autonomia.
Ovviamente questo percorso può essere approfondito con deviazioni, varianti e perle nascoste, oltre che per essere compreso a fondo necessita di un’approfondita conoscenza del territorio. Per questo motivo ti invito caldamente a contattarmi e percorrere con me l’anello. Propongo ogni anno un tour guidato per un piccolo gruppo (5 partecipanti) alla fine di Agosto. Per info ed iscrizioni, clicca qui
INTRODUZIONE
Ho un legame speciale per la Valle d’Aosta.
Il motivo non è che sia la regione italiana con più montagne (244 delle sue montagne hanno una pagina Wikipedia), né perché ospita il Monte Bianco (la vetta più alta delle Alpi), né tantomeno non è ancora così turistica come altre parti d’Italia Alpi. È perché per me è una seconda casa.
I miei genitori mi hanno portato lì fin da bambino: in Valle d’Aosta ho imparato a sciare (4 anni) e ad arrampicare (molto più tardi, 26 anni). Per rendere più comprensibile questa sensazione, potrei raccontare quando mia madre, incinta di me all’ottavo mese, salì al Lago d’Arpy, quello fu il punto di partenza dell’avventura che vi racconto di seguito.
Il luogo più famoso della Valle d’Aosta è sicuramente il Monte Bianco con l’affascinante Courmayeur ai suoi piedi. Ma ci sono così tanti luoghi nascosti o dimenticati in Valle d’Aosta che potrei passare tutta la mia vita ad esplorarla.
Uno dei miei angoli preferiti è la valle di La Thuile, che è delimitata da cime rocciose con laghi blu e l’imponente ghiacciaio del Rutor. In questa valle c’è una grande quantità di sentieri, ma molti di essi sono quasi dimenticati, in quanto molti non sono collegati, e sono poche le costruzioni fuori dal paese.
Era il 28 agosto 2019 quando presi una mappa, disegnando da solo quello che poi chiamai The Hidden Wilderness Ring®. Da lì ebbe inizio un legame ancora più forte con questo territorio e col mio lavoro da guida.
Ho trascorso gli ultimi 6 anni viaggiando in 42 paesi, ma raramente ho trovato una sublime natura selvaggia come in questo posto a solo 1 ora e 30 minuti da casa. E non è perché è “la famosa Valle d’Aosta”, ma perché è un luogo con cui ho un legame che mi permette di progettare il mio percorso, con una profonda conoscenza.
Lo sto scoprendo ogni giorno di più: da quando mi sono trasferito di recente in una diversa regione delle Alpi, ogni luogo ha una bellezza locale, persino una natura a km0 che nessun’altra persona oltre a “me” può percepire. Ora, senti il tuo “me” e inizia a scoprire il tuo posto del cuore.
HIDDEN WILDERNESS RING®: un marchio registrato.
Ho deciso di tutelare questo progetto registrando il marchio in tutta Europa. L’intento di questa registrazione è proteggere questo territorio unico e selvaggio dal turismo di massa. Penso ci sia un’enorme differenza tra l’accompagnare piccoli gruppi sull’impegnativa versione integrale di questo percorso rispetto ad appropriarsi del lavoro di un pioniere per portare grandi quantitativi di persone su singole porzioni dell’anello, nella vacua promessa di fargli respirare quelle “vibes” d’esploratore che si possono vivere solo percorrendo l’interno anello. Il mio intento è quindi proprio di proteggere il percorso dagli enti commerciali e territoriali, non dai singoli camminatori che con entusiasmo e spirito d’esplorazione vogliono vivere un’esperienza unica nella vita. Proprio per questo motivo ho deciso di rendere pubblica la descrizione del percorso, per permetterti di camminarlo in totale autonomia, ovviamente sotto la tua responsabilità.
Di seguito la descrizione giorno per giorno, che permette di seguire il percorso.
Se vuoi fare un’escursione sul Ring, sii rispettoso per il paesaggio incontaminato. Soprattutto se pernotterai in tenda, non lasciare immondizia, cibo o qualsiasi tipo di avanzi e non accendere fuochi!
L’invito che ti faccio è anche di non segnare il sentiero con ometti o altri riferimenti, e di rimuovere eventualmente gli ometti che troverai nei tratti fuori sentiero: lascia che anche chi viene dopo di te abbia la sensazione di esplorare.
Durata: consiglio 5 giorni
Lunghezza: circa 90 km
Dislivello positivo totale: circa 5000 m
Difficoltà: EE/T4 con tratti esposti e fuori sentiero
Quota media: 2500 m
Quota massima: 3020 m
Periodo consigliato: da metà Agosto a metà Settembre
Partenza ed arrivo: piazzale all’ingresso di La Thuile dopo la galleria (cerca su Google Maps “Hidden Wilderness Ring Start”)
Acqua: numerosi laghetti e ruscelli, raccomando un depuratore d’acqua
Cibo: si passa da punti di ristoro a pranzo, ma si dorme sempre lontani da tutto. Preparati adeguatamente.
ATTENZIONE: questa è una semplice descrizione del percorso che ho seguito nel 2019. Ti muoverai su sentieri impegnativi, spesso non segnalati o fuori da ogni traccia e riferimento convenzionale. Se decidi di emulare la descrizione sotto ed il percorso, lo farai sotto la tua esclusiva responsabilità. Se vuoi percorrere l’Hidden Wilderness Ring® con maggiore sicurezza ti invito caldamente ad iscriverti al mio tour annuale di fine Agosto.
Ricorda inoltre che sei in un ambiente selvaggio ed incontaminato, uno dei pochi rimasti nelle Alpi. Non lasciare immondizia, cibo o qualsiasi tipo di avanzi (nemmeno una buccia di banana o un nocciolo di pesca, davvero). Non accendere fuochi, non raccogliere fiori, piante o pietre e non avvicinare in alcun modo la fauna locale. In questi luoghi siamo degli ospiti, nulla ci appartiene e non abbiamo diritto di lasciare alcuna traccia del nostro passaggio.
Giorno 1
Dislivello: 1400 m D+, 310 m D-
Durata incluse le soste: 7h e 30 min
Difficoltà: E
Riforniti d’acqua e cibo, dal piazzale (1437 m) si risale brevemente la strada asfaltata sino alla località Thovex, da qui un piacevole sentiero inizia a salire per i pascoli, superando gli alpeggi di Foillex Inferiore e Superiore, giungendo in circa 3 ore al Colle della Croce (2381 m) da cui, girandosi, si gode di un panorama grandioso sulla catena del Monte Bianco a Nord e sulla catena del Monte Rosa a Est.
Davanti a noi, il Lago d’Arpy (2071 m), a cui si scende in meno di un ora per comodo sentiero e dove viene consumato il pranzo al sacco.
Al fine di ammirare le Grand Jorasses riflesse, si compie un breve giro intorno al lago, per poi lasciarlo incamminandosi verso sud.
Da qui inizia la faticosa risalita al Lago di Pietra Rossa (2559 m, 2 h) per sentiero militare a tratti gradonato, sulle cui rive si monta il campo per trascorrere la notte.
Giorno 2
Dislivello: 1000 m D+, 800 m D-
Durata incluse le soste: 6 h e 30 min
Difficoltà: E con brevi tratti EE
Smontato il campo, dal Lago di Pietra Rossa si sale verso Sud, in direzione del Col Colmet (2826m). Nell’ultimo tratto, si evita il piccolo ghiacciaio morente restando sulla sinistra orografica, seguendo in sicurezza vaghe tracce di sentiero ed ometti. 1 h dal Lago.
Dal Colle si scende per la Colmetta Nascosta, che ha ispirato il nome dell’Anello. Il sentiero è una vaga traccia, ma con una buona conoscenza del territorio, non presenta particolari difficoltà, aggirando alcune placche montonate.
Al termine della Colmetta si incontra il sentiero panoramico (2400 m, 1 h dal colle), che si segue a mezza costa in direzione Sud-Est. Vi sono un paio di punti a sbalzo, ma il sentiero rimane sempre largo e di facile percorrenza, inoltre per questi pochi metri sono state aggiunte delle corde fisse per dare maggiore sicurezza.
In 45 minuti si giunge quindi al Rifugio Deffeyes (2500 m), dove ci si ferma per una merenda di metà mattina, godendo dell’ottima ospitalità e della vista privilegiata sul Ghiacciaio del Ruitor.
Da qui inizia una delle parti più belle e panoramiche di tutto il giro.
Si scende dietro il rifugio verso il Lago Inferiore del Ruitor, passando sotto alcune falesie d’arrampicata, per proseguire poi verso il Lago dei Seracchi. Da qui si attraversa il fiume per un ponte di nuova costruzione, per proseguire a mezza costa sino all’ingresso della Bella Comba (2300 m) in circa 1 h e 20 min. Si risale la valle ed in circa 30 minuti si giunge ai Laghi di Bella Comba (2380 m).
I Laghi di Bella Comba sono un posto eccezionale, con enormi massi granitici che emergono dalle acque blu. Qui consumiamo un tardo pranzo al sacco.
L’ultima fatica della giornata consiste nella risalita al Col de Tachuy (2693 m). Un sentiero bellissimo che supera ben 7 piccoli laghi alpini.
In circa 1 h si giunge al colle, dove si prepara il campo per la notte, potendo anche attingere acqua al piccolo lago sommitale, risposando o esplorando l’altipiano prima di cena.
Giorno 3
Dislivello: 700 m D+, 850 m D-
Durata incluse le soste: 6 h
Difficoltà: E
Dal Col de Tachuy (2693 m) si scende per ripido sentiero in Francia, al Lac du Petit (2400 m), seguendo poi il Torrent de Saint Claude sino al caratteristico borgo di La Sassiere (2050 m) e al Refuge du Ruitor, dove si può consumare una merenda di metà mattina (1 h e 30 min dal colle).
Dal rifugio si scende sino quasi all’alpeggio di La Savonne, e poco prima dell’alpeggio (1840 m, 30 min) si inizia a risalire per la Valle della Louie Blanche, mantenendosi alla sinistra orografica del torrente.
La salita nella valle avviene su ottimo sentiero, che attraversa il torrente quando inizia a cambiare la pendenza (2050 m). Da qui si inizia una ripida salita, che con una breve deviazione porta al Lac du Retour (2390 m, 2 h e 30 min da La Savonne), dove consumiamo il pranzo al sacco.
Ritornando brevemente sui nostri passi, proseguiamo la ripida salita per praterie alpine, giungendo infine al Passage de la Louie Blanche (2524 m, 45 min dal Lago). E’ una salita bellissima, che passa vicino a diversi laghi intorbati destinati a sparire. Nei pressi del lago del Passage, montiamo il campo per la notte, riposando al pomeriggio e preparandoci ai due impegnativi giorni successivi.
Giorno 4
Dislivello: 750 m D+, 650 m D-
Durata incluse le soste: 7 h e 30 min
Difficoltà: E
Smontato il campo, ci avviamo verso il tratto meno piacevole di tutto l’Anello Selvaggio Nascosto, visto che per le prossime ore attraverseremo gli impianti da sci. Scendiamo nella Conca dei Moulins (2180 m) per sentiero esposto ma mai pericoloso, risalendo poi al Forte di Redoute (2390 m, 2 h dal Passage).
Dal Forte proseguiamo verso Nord, scendendo la gippabile sino alla casetta di partenza di uno skilift (2200 m). Qui fortunatamente lasciamo le piste da sci, imboccando invece un’affascinante strada romana lastricata, in direzione del Colle del Piccolo San Bernardo (2188 m).
Superiamo lo storico Ospizio, camminando in piano vicini alla strada per circa 1 km, e giungiamo infine al Bar du Lac (1 h e 30 min dal Forte), dove possiamo pranzare godendo dell’ottima cucina ed ospitalità, facendoci preparare il pranzo al sacco per il giorno successivo.
Se la mattina non è stata la più bella del percorso, nel pomeriggio questo diviene semplicemente spettacolare, regalando alcuni tra gli scorci più selvaggi di tutto l’Anello.
Dal Bar du Lac si discende al Lago di Verney (2090 m), andando a sfiorarlo nel suo lato sud-occidentale (30 min).
Da qui inizia una risalita bellissima per tracce di sentiero, in un territorio decisamente poco battuto. Si passa vicini al Lago di Verney Superiore (2280 m), si supera il Torrente di Torveraz, puntando poi alla colma (2550 m, 1h e 30 min) nei pressi della Punta Rousse. Da qui il sentiero ridiscende brevemente sino ai Laghi du Glacier d’Arguerey (2450 m), per poi risalire dolcemente la sospesa valle glaciale.
Si giunge infine ad un ampio pianoro costellato di piccoli laghi (2520 m, 30 min) dove si prepara il campo per la notte.
Giorno 5
Dislivello: 900 m D+, 1800 m D-
Durata incluse le soste: 8 h e 30 min
Difficoltà: E con tratti EE in grande esposizione
Attenzione: questa giornata presenta tratti con pericoli oggettivi di cui bisogna valutare con attenzione le condizioni proprie e del percorso!
Il quinto giorno è sicuramente il più spettacolare ma anche impegnativo di tutto l’Anello Selvaggio Nascosto.
Dal pianoro risaliamo dolcemente sino al Colle della Bassa Serra (2737 m, 45 min). Da qui il panorama è grandioso, col morente Ghiacciaio di Chavannes a far da contrappunto alle bianche vette di 4000 m del massiccio del Monte Bianco.
Scendiamo quindi nell’Altopiano degli Chavannes per un sentiero poco percorso e molto esposto, in cui bisogna prestare particolare attenzione per circa una 50ina di metri disarrampicando su fango per qualche metro nella parte finale.
Giunti all’Altopiano (2640 m) incontriamo una vecchia strada militare non segnata sulle cartine, che permette di attraversare agevolmente il pianoro costellato da laghi azzurrissimi. L’ambiente è lunare, uno dei più spettacolari che abbia mai incontrato.
Puntiamo quindi in direzione del Mont Lechaud, per poi seguire il sentiero segnalato che arriva dal Col Chavannes. Vi è un ostico canale da superare, seguendo una catena e qualche gradino in ferro in pessime condizioni. Pochi metri, per proseguire poi su ottimo sentiero sino al Colle (2592 m, 1 h e 30 min dalla Bassa Serra) da cui possiamo godere della vista sulla Val Veny e del serpentone di persone impegnate nel Giro del Monte Bianco.
Dal Col Chavannes procediamo in direzione est su una comoda mulattiera per circa 500 m (2550 m), lasciandola poi a valle, seguendo invece il sentiero a mezza costa a sinistra. Superiamo i Laghi del Mont Percé e i Laghi del Mont Fortin, giungendo infine al Mont Fortin (2758 m, 1h dal Col Chavannes) dove è previsto il pranzo al sacco.
Da qui il sentiero, ben tenuto ma pressoché sconosciuto, segue la cresta, offrendo un panorama spettacolare. Superiamo la Pointes des Chavannes (2808 m), arrivando per dolci sali-scendi al Col du Berrio Blanc (2818 m, 45 min dal Mont Fortin). In grande esposizione traversiamo su ottimo sentiero verso il Col des Charmonts (2815 m), superato il quale inizia la discesa verso il Col de la Youlaz, che però non si raggiunge. Poco prima di risalire al colle prendiamo una vaga traccia a destra che attraversa per circa 100 m sino al sentiero del Vallone dell’Arp (2610 m, 45 min dal Col du Berrio Blanc).
Le grandi fatiche sono terminate, da qui è tutta discesa!
Percorriamo il Vallone dell’Arp su facile sentiero, superando il Mayen de la Youlaz (2040 m), e da qui imbocchiamo la strada carrozzabile, scendendo per tornanti sino a superare l’alpeggio di Gorre (1550 m, 2 h e 30 min dalla testa del Vallone), da qui imbocchiamo un sentiero a mezza costa, che riporta nella vegetazione sino al piazzale di partenza (30 min da Gorre).
VIE D’USCITA E PUNTI D’APPOGGIO
Affrontare un percorso in totale autosufficienza è impegnativo e lontano dalla realtà Europea. Fortunatamente, nonostante l’Anello sia in zone particolarmente selvagge, vi sono numerosi punti di appoggio da utilizzare in caso di maltempo improvviso, e tante vie d’uscita nel caso si decida di interrompere l’escursione per qualsiasi motivo (infortunio, affaticamento o altro).
Punti d’appoggio:
– Ex ricovero Luogotenente Chabloz (Giorno 2) [bivacco di fortuna]
– Rifugio Deffeyes (Giorno 2) [rifugio gestito]
– Ex ricovero Bella Comba (Giorno 2) [pessimo bivacco di fortuna]
– Refuge du Rutor (Giorno 3) [rifugio gestito]
– Bivacco la Louie Blanche (Giorno 3) [non ho info in merito]
– Ospizio e strutture del Piccolo San Bernardo, Bar du Lac (Giorno 4) [ottime]
– Ex ricovero della Bassa Serra (Giorno 5) [qualche muro pericolante in difesa dal vento forte]
– Ex ricovero del Col Chavannes (Giorno 5) [bivacco di fortuna]
– Ex ricovero Maggiore Reggiani (Giorno 5) [non ho info in merito]
Vie d’uscita:
– Lago d’Arpy, al Colle San Carlo in 45 Minuti (Giorno 1)
– dal Rifugio Deffeyes, a La Joux in 2h (Giono 2)
– da la Bella Comba a La Joux, in 1h e 30 minuti (Giorno 2)
– La Savonne, strada pubblica (Giorno 3)
– Vallone dei Mulines, La Roisiere in 1 h (Giorno 4)
– Colle del Piccolo San Bernardo, strada pubblica (Giorno 4)
– Colma della Rousse, Lago di Verney in 1h e 30 min (Giorno 4)
– Col Chevannes, Rifugio Elisabetta in 45 min, quindi La Visaille in 1h e 30 min (Giorno 5)
– Mont Fortin, La Visaille in 2 h (Giorno 5)
– Col de la Youlaz, Funivia Arp in 20 min (Giorno 5)
Qualche foto del percorso:
Un piccolo bonus: io in Alta Valle d’Aosta, 1994.