Il miracolo del Monte Bianco

Oggi vi voglio raccontare del miracolo del Ghiacciaio Sommitale del Monte Bianco.

Da anni osservo i ghiacciai delle mie montagne del cuore, assistendo al loro inesorabile ritiro. Spesso la tristezza mi ha paralizzato, facendomi carico come singolo individuo di tematiche enormi e complesse. Ho tanto guardato al Monte Bianco, che fin da bambino ricordo ricoperto dal ghiaccio, pensando con dolore a quando lo vedrò tutto roccioso, o almeno così ho sempre pensato.

La “vera” vetta rocciosa del Monte Bianco è infatti quotata 4792 m, sopra di essa c’è uno strato di ghiaccio perenne, che porta la sua altezza oltre i 4800 m, come tutti abbiamo studiato a scuola.

Adoro fare ricerche sul paesaggio che ho intorno a me e ricercando notizie sulla salute della calotta del Monte Bianco sono rimasto strabiliato: negli ultimi anni il ghiacciaio sommitale che ricopre interamente la vetta ha avuto dei momenti di accrescimento.

Nel 1986 la calotta di ghiaccio sommitale arrivava a 4804 m di quota, venendo poi rilevata nuovamente a 4807 m. Dal 2001 le misurazioni sono diventate precisissime, in quell’anno il Monte Bianco era alto 4810 m, scendendo poi a 4808,45 m dopo la siccità del 2003. Nel 2007 però ci fu il record, con la calotta sommitale che arrivava a quota 4810,90 m. Nel 2019 la misurazione era di 4806,03 m e l’ultima misurazione, del 2021, è di 4807,81 m. Anche il volume di ghiaccio è aumentato in maniera considerevole, raddoppiando i suoi metri cubi dal 2005 al 2010. [continua nei commenti]

La ragione di tutto questo è che il cambiamento climatico sta mutando i venti: sempre più spesso il Monte Bianco riceve umidi venti occidentali che, nonostante il riscaldamento dell’atmosfera alle quote oltre i 4000 metri, portano quasi sempre neve (e ancora per lungo tempo oltre i 4500 m). Una conseguenza di questo è che anche le più alte lingue dei ghiacciai del Monte Bianco verranno alimentate dai seracchi superiori. Non trovo informazioni precise al riguardo, ma è possibile che i ghiacciai di questa montagna posti sopra i 4000 metri sopravviveranno a me che scrivo questo post, una notizia che sinceramente mi riempie di gioia.

Oltre a riempirmi di gioia, questa notizia mi da anche molta fiducia nell’inaspettato. Come Sapiens ci siamo auto-eletti ad esseri onniscienti capaci di prevedere con assoluta precisione ogni cosa che succede sul nostro pianeta. Se da una parte penso che sia importante prepararci al futuro e tutelare il nostro ecosistema, dall’altra voglio riconnettermi all’imprevisto, una parola che siamo stati educati a temere, ma che racchiude un infinito di possibilità.

Aggiornamento di Ottobre ’23:
In questi giorni sono usciti i risultati della misurazione biennale, che ha fatto registrare una quota di 4805,59 m.
La maggior parte dei media ha riportato la notizia con toni catastrofisti, correlando alla cosiddetta “emergenza climatica” l’abbassamento di quota rispetto al 2021.
Senza voler negare l’importanza di tutelare il nostro ecosistema, non posso ignorare di quanto questa tematica stia venendo strumentalizzata dai media per accaparrarsi qualche click in più.
La tematica delle variazioni climatiche è complessa, e la vetta del Monte Bianco cresce e descresce soprattutto per altri fattori rispetto al cosiddetto riscaldamento globale, legati più ai venti ed alle precipitazioni.
Per esempio nel 1984 (un anno di picco glaciale nelle Alpi!) la quota era di 4804 m, inferiore a quella attuale e decisamente inferiore ai 4810,90 m del 2007.
Correlare ogni notizia riguardante i ghiacciai al cambiamento climatico svilisce un campo scientifico complesso come la glaciologia, oltre che creare un effetto di gridare “al lupo al lupo” attirando l’attenzione in luoghi dove di emergenze non ce ne sono, e togliendola là dove ce n’è più bisogno.

VEDI TUTTE LE STORIE