The Hidden Wilderness Ring®: una vita in miniatura.
Così l’ha definito uno dei cinque avventurosi partecipanti che mi ha partecipato al trekking più completo, impegnativo e spettacolare che propongo ogni anno.
Trascorrere 5 giorni in alta montagna avventurandosi per sentieri poco battuti, quando tracciati, con lunghi tratti fuori sentiero, è già di per sé un’esperienza potente. Dormendo in tenda poi non avviene mai quel ritorno alla civiltà a cui siamo abituati la sera. Si è sempre esposti, sempre in connessione, con uno dei paesaggi più belli, pittoreschi, sublimi ed a tratti ostili della terra. L’esperienza diventa totalizzante, e ogni passo di quei 100 km di paesaggio esteriore equivale ad andare un po’ più in profondità nel paesaggio interiore.
La corrispondenza con l’ambiente si affina: i primi giorni siamo stati colti da un freddo eccezionale per la stagione, con neve a terra già dai 2500 metri. La prima mattina mi sono svegliato senza sentirmi i piedi: la borraccia calda che avevo infilato nello zaino per scaldarmi si era bucata, infradiciandomi il sacco a pelo in una notte a -4 gradi.
Trovare il Ghiacciaio del Rutor ricoperto da neve fresca è una visione piena di speranza, esattamente come le impronte di lupo che ne percorrono la fronte, ispirando a nuovi equilibri in un mondo in continua trasformazione: qui 4000 anni fa c’era il bosco mentre 200 anni fa il ghiacciaio arrivava molto più a valle, sbarrando il lago di Santa Caterina che riempiendosi spazzava via interi abitati.
Penso che oggi più che mai sia importante coltivare la presenza, affinando una nostra sensibilità rispetto all’ambiente che ci circonda. Viviamo nell’epoca dei reels, dei video di “vita vera”, in cui viviamo emozioni per interposta persona attraverso uno schermo, comodamente seduti sul divano. Sentire il nostro corpo torcersi e rilassarsi più volte in un giorno, avere freddo, caldo, fame, sete, stanchezza, gioia, paura…è una profonda connessione al proprio potere personale. Stare nel presente, col proprio corpo, con la testa che la smette di pensare al futuro ma guarda all’adesso, ci dischiude risorse prima inaccessibili.
Questo è emerso nei passaggi più impegnativi del ring: non una prova di forza autoreferenziale, ma una necessità: volendo proseguire, di lì bisogna passare. Un sorriso, un po’ di ironia, il respiro profondo che acuisce i sensi, e si va, guardando dove si mettono mani e piedi. Nell’epoca della sicurezza a tutti i costi, in cui questa deve essere sempre garantita da qualcosa di esterno, doversi affidare alla propria capacità ed attenzione è un atto radicale di potere personale e di connessione con sé stessi.
Muoversi fuorisentiero diventa quindi il modo più logico di attraversare queste montagne: si seguono le linee naturali, districandosi tra le zone impervie. Si torna animali, senza bisogno di infrastruttura. E per permettere anche a chi viene dopo di noi di provare la stessa emozione, ho rimosso per quanto possibile ometti ed altri segni di passaggio. Per quello ci sono cartine e sentieri tracciati, penso sia fondamentale lasciare integri gli ultimissimi spazi selvaggi rimasti nelle Alpi, senza cadere nella coazione a condividere (e quindi produrre) a cui siamo costantemente spinti. La descrizione del percorso è disponibile (qui), abbattere un ometto fuorisentiero è un atto di conservazione e di rispetto per il prossimo, non di egoismo, ma ci dedicherò uno spazio in post a questo discorso.
Poi la tenda, la convivialità delle serate. I salami portati da Alessandro ed Eleonora. Il vin brulé a quasi 3000 metri. La decompressione dopo una giornata di sforzo fisico e psicologico. Ritrovarsi con altri esseri umani, su un cammino comune, porta calore ed allegria, rendendo ancora più consapevoli di stare facendo un’esperienza fondante.
Percorrere l’Hidden Wilderness Ring non è una prova di forza, anche se mette a dura prova. Non è una prova di resistenza, anche se ogni giorno ognuno di noi si è sforzato per non mollare. Non è nemmeno una prova di coraggio, anche se alcuni punti fanno una paura fottuta. Non è per l’ego, non per protagonismo, questi vengono spazzati via nelle prime 48 ore. L’Hidden Wilderness Ring è una vita in miniatura, e come dopo ogni reincarnazione, se ne esce con un pezzetto in più.
Vorrei scrivere ancora molto, ma per queste grandi esperienze ogni racconto che dischiude quanto accaduto rischia anche di banalizzarlo. Mi fermerò qui, con un’immensa gratitudine per Samuele, Hisato, Eleonora, Cristian e Alessandro che hanno scelto di percorrere con me questo anello.
E sì, lo voglio percorrere ogni anno, ogni volta è un’esperienza stupenda anche per me, sia ritrovarmi in questi angoli selvaggi, sia trovarmici con persone che condividono così tanto.
Il prossimo Hidden Wilderness Ring® sarà dal 28 Agosto al 1 Settembre 2024, è già possibile iscriversi, info qui